Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato
Danzare nell’acqua con il nuoto sincronizzato
Erano gli anni Quaranta del Novecento, quando per la prima volta al cinema, la campionessa di nuoto Esther Williams si esibiva in spettacolari numeri acquatici a ritmo di musica che mai, prima di allora, erano apparsi sul grande schermo. L’eleganza e l’acquaticità della Williams conquistarono Hollywood ma soprattutto il cuore di migliaia di ragazzine che così ebbero modo di scoprire il nuoto sincronizzato.
Prima di lei, soltanto una persona, la nuotatrice australiana Annette Kellerman si era esibita in “balletti acquatici” con coreografie complesse, già a partire dai primi anni del Novecento; un suo spettacolo del 1907, all’interno di una vasca di vetro, al New York Hippodrome, la fece passare alla storia come la prima “ballerina subacquea”. Fu lei la prima fonte di ispirazione per la Williams che, a distanza di oltre quarant’anni, portò sul grande schermo la vita della nuotatrice australiana nel film Million Dollar Mermaid e che tutt’oggi è universalmente riconosciuta come la fondatrice del nuoto sincronizzato.
Da allora, nell’arco di qualche decennio, il nuoto sincronizzato divenne a tutti gli effetti una disciplina sportiva, approdando alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984.
Le varie tecniche sportive del nuoto sincronizzato
Oggi le esibizioni di nuoto sincronizzato si dividono in esercizi tecnici – che prevedono una parte di esercizi obbligatori e un’altra più coreografica – ed esercizi liberi: entrambi possono esseri eseguiti da un’atleta singola, da una coppia o da una squadra. Le squadre sono composte da 12 sincronette (così vengono chiamate le nuotatrici di sincronizzato), 10 più 2 riserve, che si esibiscono in 4 specialità: il singolo, il doppio, la squadra (8 atleti) e il combinato (10 atleti); quest’ultimo è senza dubbio il più spettacolare perché consente di eseguire coreografie molto complesse e suggestive.
Fino a poco tempo fa il nuoto sincronizzato era una disciplina esclusivamente femminile, ma oggi è praticata anche da molti uomini, tanto che nel 2015 c’è stata la prima esibizione in duo misto (uomo e donna) ai Campionati mondiali di Kazan’.
Forse non tutti sanno che
Molti aspetti di questa disciplina sono perlopiù sconosciuti ai non addetti ai lavori. Per esempio la base musicale su cui vengono eseguiti gli esercizi viene ascoltata non soltanto fuori dall’acqua ma anche all’interno, grazie a particolari altoparlanti subacquei. Per raggiungere la sincronizzazione dei movimenti (che dev’essere impeccabile), atlete e atleti contano mentalmente otto tempi.
L’attività agonistica nazionale è regolamentata dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN), di cui Uliveto è sponsor dal 2016. Gli atleti si allenano 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana. Gli allenamenti non avvengono soltanto in acqua, ma anche in palestra, dove gli atleti seguono corsi di danza classica e di ginnastica artistica, e negli ultimi anni anche di teatro: l’espressività è infatti fondamentale e sul volto non deve mai trasparire la fatica, solo un bel sorriso.
Voglio diventare una sincronette!
In acqua le atlete devono avere molta dimestichezza con l’apnea, imparando a usare il diaframma per riuscire a immagazzinare più aria possibile durante l’esecuzione dell’esercizio. I tappi per il naso sono molto utili in questo senso. Il fisico è importante in questa disciplina: deve essere elegante e armonico e l’altezza delle atlete è sempre piuttosto rilevante; le migliori superano generalmente i 170 cm di altezza. È uno sport che può essere praticato a partire dai 4 anni di età; dai 10 anni è possibile partecipare ai primi campionati italiani. L’età media della Nazionale Italiana è tra i 25 e i 27 anni.