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Chi ha scoperto l’acqua?
L’acqua, elemento fondamentale per la vita degli esseri umani, da millenni viene utilizzata per l’irrigazione dei campi. Prendiamo ad esempio gli Antichi Egizi, che avevano trovato il modo di incanalarla e sfruttarla per l’agricoltura, o i Greci, che “inventarono” la prima macchina a vapore della storia. È però intorno al 1700 che l’acqua diventa fondamentale anche per altri utilizzi, a seguito della Rivoluzione Industriale, che cambia totalmente le carte in tavola.
Da Thomas Savery in poi
Nel 1698 Thomas Savery, un tecnico minerario della Cornovaglia, brevettò uno strumento innovativo, una pompa a vapore per estrarre l’acqua dalle miniere. La tecnologia messa a punto da Savery presentava naturalmente alcuni difetti, ma da quel momento l’acqua ebbe un ruolo sempre più importante anche nell’industria.
A metà del XVIII secolo, precisamente nel 1766, fu brevettato il primo modello di caldaia, anche se bisognerà aspettare altri 20 anni, fino al 1788, per la prima caldaia di successo, grazie all’inventore statunitense James Rumsey.
La Rivoluzione Industriale
I decenni a cavallo tra 1700 e 1800 segneranno definitivamente la svolta per la vita dell’essere umano. Grazie a una serie di fattori, tra cui l’iniziativa individuale, il progresso della scienza che stimolava sempre di più l’innovazione tecnologica, il settore dell’agricoltura in mano a grandi investitori e una rete di trasporti eccellente, ecco che si afferma l’industria come la conosciamo oggi.
In particolare, è dalla seconda metà del XVIII secolo che una serie di invenzioni che utilizzano l’acqua permettono al settore industriale di espandersi velocemente.
Nel 1768 Richard Arkwright mise a punto il primo telaio meccanico idraulico, mentre tra il 1765 e il 1781 lo scienziato scozzese James Watt realizzò una delle invenzioni più importanti della storia dell’umanità: la macchina a vapore. Per farlo prese le mosse da una precedente invenzione, quella del “motore atmosferico” di Thomas Newcomen.
James Watt e la sua macchina a vapore
Lo strumento di Newcomen prevedeva l’utilizzo di un recipiente cilindrico con un pistone, mentre il vapore, prodotto esternamente al cilindro, veniva iniettato al suo interno per far salire o scendere il pistone in base alla pressione del vapore stesso.
Le modifiche apportate da Watt al motore atmosferico, tra cui la presenza di un motore con due camere, una minore perdita di vapore e soprattutto un meccanismo che permetteva ai pistoni un moto continuo fecero sì che la produzione di energia diventò enorme, incrementando così l’estrazione di carbone.
Dalla macchina a vapore di Watt in poi l’uomo riuscirà così a “liberarsi” dal peso della fatica fisica e la produzione diventerà meccanizzata e efficiente grazie a un lavoro continuo, Quella industriale diventa una produzione su ampia scala, con uno scambio di beni inconcepibile fino a quel momento.
La forza vitale dell’acqua
Dalla Rivoluzione Industriale sono passati ormai diversi secoli, e oggi l’acqua ha un ruolo fondamentale non solo nel campo della produzione primaria e secondaria. Pensiamo ad esempio all’energia elettrica, che arriva ovunque capillarmente grazie alle centrali idroelettriche che sfruttano la forza dirompente dell’acqua.
L’acqua dunque è sempre stato un elemento di sviluppo e di crescita per la vita dell’umanità e della civiltà: dall’agricoltura, all’industria al commercio, ogni settore economico del mondo contemporaneo è debitore di questo elemento. E per questo dobbiamo averne la massima cura.