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Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato

“Helicobacter Pylori” chi è questo sconosciuto?

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SALUTE E BENESSERE

Facciamo le presentazioni: “Helicobacter Pylori” è un batterio che trova habitat naturale nel muco gastrico dello stomaco. Deve il nome alla sua caratteristica forma ad elica, mentre “pylori” si riferisce al tratto terminale dello stomaco (piloro), che lo unisce all’intestino tenue, luogo dove avviene per l’appunto l’infezione del batterio.

La capacità di questo batterio di resistere all’acido e penetrare nella mucosa dello stomaco è legata alla produzione di un enzima, l’ureasi, attraverso cui neutralizza l’acido prodotto nell’ambiente gastrico. Qui facilita l’infiammazione (gastrite) e l’erosione della mucosa gastrica (ulcera), arrivando a determinare gastriti, ulcere o infiammazioni varie nello stomaco.

In pratica riesce a vivere in un ambiente estremamente acido sfuggendo all’azione distruttiva dei succhi gastrici!

Come e perché avviene il contagio da Helicobacter?

L’infezione è molto comune in tutto il mondo e colpisce in particolare l’età medio-avanzata. Tuttavia, in alcune aree geografiche, in condizioni di scarsa igiene ambientale, può colpire anche individui molto giovani.

L’Helicobacter Pylori è presente nelle feci, nella saliva e sulla placca dentale e può essere trasmesso da un soggetto all’altro, con trasmissione oro-fecale, in particolare se le condizioni igieniche non sono ottimali.

Le infezioni tendono a verificarsi nell’ambito familiare ed in soggetti che vivono in comunità chiuse o strutture di assistenza. L’infezione è in grado di produrre anticorpi che possono essere dosati, ma non determinano una immunità permanente. Infatti, anche dopo la guarigione dell’infezione si può andare incontro a una re-infezione.

La presenza del batterio Helicobacter Pylori è stata con chiarezza associata alla presenza di gastriti acute e croniche e ulcere gastriche e duodenali.

Nel 2005 i ricercatori Marshall e Warren sono stati insigniti del premio Nobel per la Medicina proprio grazie alla scoperta dell’Helicobacter Pylori e al suo rapporto con le patologie gastro-duodenali. Si stima infatti che circa il 90% delle ulcere duodenali e l’80% di quelle gastriche siano di origine infettiva.

Allo stesso tempo l’Helicobacter Pylori è stato considerato un fattore di rischio primario per carcinoma gastrico. Seppure in casi relativamente rari, attraverso un danno cronico della mucosa gastrica, che può portare alla atrofia delle ghiandole dello stomaco, si possono creare delle condizioni favorenti la progressione verso un tumore, attraverso lesioni microscopiche definite metaplasia e displasia.

Oltre a queste lesioni la infezione da Helicobacter può essere associata alla cosiddetta dispepsia funzionale, cioè una condizione di difficoltà digestiva o dolore alla bocca dello stomaco in assenza di lesioni evidenti o di ulcere.

Quali sono i sintomi di infezione da Hlicobacter Pylori?

Nella maggior parte dei casi si tratta di un’infezione del tutto asintomatica oppure con sintomi quasi impercettibili. Qualora il processo infiammatorio gastrico diventi intenso si possono avere sintomi come:

  • bruciore addominale, che peggiora a stomaco vuoto
  • dolore addominale
  • nausea e vomito
  • diarrea
  • inappetenza
  • eruttazione frequente
  • gonfiore
  • inspiegabile perdita di peso
  • fame al mattino
  • alitosi

Quali sono gli strumenti diagnostici?

Questa infezione può essere dimostrata con test indiretti come il test al respiro all’ureasi (breath test); l’analisi delle feci, che permette di valutare la presenza degli antigeni del batterio in un campione di feci; oppure con le analisi del sangue, da cui potrebbe essere rilevata la presenza di anticorpi contro l’Helicobacter Pylori.

Per dimostrare la presenza di lesioni gastriche e/o duodenali può essere indicata, soprattutto dopo i 50 anni, una gastroscopia, durante la quale si possono eseguire biopsie della mucosa gastrica e riscontrare sia la presenza diretta del batterio, che quella delle lesioni microscopiche già indicate, come gastrite atrofica, metaplasia o displasia. 

Terapia e cure.

La terapia dell’infezione è definita terapia eradicante ed è composta da farmaci antisecretori gastrici, associati ad antibiotici. A causa di una crescente presenza di resistenze batteriche, i protocolli più recenti prevedono una combinazione di antibiotici differente e più complessa ed un tempo di terapia più prolungato.

La terapia classica di gastrite e ulcera inizialmente basata su farmaci antistaminici antiH2 è stata più recentemente caratterizzata dai cosiddetti inibitori della pompa protonica, che sono potenti antisecretori acidi con la capacità di cicatrizzare rapidamente le ulcere, risolvendo con altrettanta velocità la sintomatologia. Grazie a questa classe di farmaci il ricorso all’intervento chirurgico, così frequente in passato, è stato pressoché abbandonato.

Consigli alimentari.

In affiancamento alla terapia medica, in presenza di gastrite o ulcera, è importante adottare un corretto stile di vita, evitare abusi alimentari, introdurre un’adeguata quantità di liquidi – in particolare acque bicarbonato calciche – evitare fumo e alcool, limitare l’uso di farmaci antinfiammatori.

È consigliabile masticare lentamente gli alimenti per favorire la digestione e non mangiare troppo, perché l’eccesso di cibo stimola la produzione di succhi gastrici. Allo stesso tempo occorre fare attenzione a non saltare i pasti, perché, in tal caso, lo stomaco è portato a secernere acidi che non possono essere assorbiti in assenza di cibo.

Attenzione agli alimenti grassi, ma anche ad alcool e cioccolata, che tendono a far refluire i succhi gastrici, mentre gli alimenti troppo caldi o troppo freddi e i cibi salati tendono a creare un surplus di secrezione gastrica. Infine, meglio cucinare con metodi di cottura leggeri (vapore, in padella con cotture brevi, griglia).

Acqua Uliveto, in quanto bicarbonato-alcalino-calcica e ricca di solfati, riesce a mantenere in equilibrio gli acidi gastrici, soprattutto durante la digestione, in cui stimola la circolazione sanguigna della parete gastrica aumentando l’afflusso di sangue nello stomaco, consentendo così la naturale produzione di succhi digestivi.