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Giornata Mondiale dell’Osteoporosi: informare per combattere le fratture
Come ogni anno, anche lo scorso 20 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi indetta da IOF (International Osteoporosis Foundation) e promossa in Italia dalla Fondazione FIRMO. L’edizione di quest’anno ha messo al centro della Giornata il tema Comunicare al Paziente il Rischio di Fratturarsi.
L’osteoporosi è una condizione che rende le ossa fragili e soggette a rompersi con facilità e diventa ogni anno più diffusa. Il rischio di frattura riguarda tutti, ma alcune categorie in particolare sono ancora più esposte.
La campagna 2022 si è rivolta in particolar modo a cinque specifici target:
- gli ammalati con patologie che causano fragilità ossea
- gli anziani
- i pazienti oncologici
- le donne in gravidanza
- gli ammalati di patologie rare
È possibile scaricare sul sito della Fondazione FIRMO il materiale informativo diretto a ciascuna di queste categorie.
Giornata mondiale dell’osteoporosi
Il 20 ottobre FIRMO ha riunito a Roma alcuni tra i maggiori esperti in materia per una Tavola Rotonda che ha avuto come tema Comunicare al Paziente il Rischio di Fratturarsi. Si è trattata anche di un’occasione per confrontarsi sulle nuove Linee guida, recentemente pubblicate grazie allo sforzo della coalizione FRAME, sugli importanti campi d’azione dell’Osservatorio sulle Fratture da Fragilità e su altri progetti italiani, come il Progetto FLS, il Progetto IMPACT e il Progetto Fratture da Fragilità del Consiglio Superiore di Sanità.
La Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente FIRMO e Presidente di OFF (Osservatorio Fratture da Fragilità), ha dichiarato: “La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi è uno dei momenti fondanti della nostra attività annuale, attorno al quale ruota l’attività della Fondazione. Invitiamo pertanto tutti a scaricare la brochure dal nostro sito e visitare la mostra fotografica on-line.”
Ma chi è a rischio osteoporosi?
L’osso non è un tessuto statico, ma segue un processo di continuo riassorbimento e riformazione della materia, processo che si chiama turnover osseo. Il turnover serve a rimpiazzare il tessuto invecchiato o deteriorato con altro tessuto nuovo e integro.
Dal momento della nascita, e ancora prima nella fase fetale, fino a tutta l’infanzia e l’adolescenza le nostre ossa crescono di dimensioni e robustezza: in questa fase l’azione della formazione ossea è superiore all’attività di riassorbimento. Ciò avviene fino al raggiungimento del picco di massa ossea, intorno ai 20 anni, il momento in cui le nostre ossa raggiungono la loro massima dimensione e forza.
A partire da questo momento, per una ventina di anni, la quantità di osso formato si equivale a quella riassorbita. Con il progredire dell’età invece il rapporto si modifica e la quantità di osso riassorbito inizia a supera la quantità di osso prodotto.
Molto spesso chi soffre di osteoporosi non se ne accorge fino a che non subisce la prima frattura. Tuttavia a volte nemmeno in questo caso ci si accorge della malattia, o perché si ritiene una frattura la conseguenza naturale di urto o di una caduta, o perché le fratture non vengono neppure diagnosticate (come nel caso in cui le fratture avvengano alle vertebre) e il dolore viene confuso con un normale mal di schiena.
Le fratture più comuni si verificano alle vertebre, al polso all’anca e al femore.
Conoscere i fattori di rischio dell’osteoporosi e agire in un’ottica di prevenzione, anche con uno stile di vita appropriato, aiuta a combattere questa malattia.
Anche le abitudini alimentari possono contribuire a migliorare il benessere delle ossa, a tutte le età, e altrettanto può fare la scelta di assumere un’acqua calcica come Uliveto.
Il Ministero della Salute ha infatti riconosciuto che “la quantità di calcio presente nell’acqua minerale ULIVETO partecipa all’integrazione del fabbisogno giornaliero di calcio per la salute delle ossa.”
Questo significa che Uliveto può contribuire all’integrazione dell’apporto di calcio sia nelle persone sane sia nelle persone che ne hanno maggiormente bisogno.
Leggi qui per sapere come si diagnostica l’osteoporosi