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Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato

Il miraggio dell’acqua nelle oasi nel deserto

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CURIOSITÀ

Dura la vita, nel deserto!

Se l’acqua è l’elemento più diffuso sul nostro pianeta, i deserti sono gli ambienti in cui questo elemento è praticamente assente. Per loro stessa definizione, infatti, i deserti sono aree della Terra caratterizzate da suolo arido e quasi del tutto privo di vegetazione, in cui le precipitazioni atmosferiche difficilmente riescono a superare i 250 ml in un anno: una quantità corrispondente alla metà di una piccola bottiglietta d’acqua minerale.

Con così poca acqua, vien da sé che la vita è davvero difficile se non impossibile. In realtà, molti deserti ospitano alcuni animali e vegetali che in qualche modo si sono adattati a queste difficili condizioni ambientali… ai nostri occhi dei supereroi! Insomma, per definizione, nel deserto non c’è praticamente mai acqua! Ma allora, sono davvero dei miraggi le oasi? Sono frutto dell’immaginazione di qualche scrittore o regista? E se esistono, come possono formarsi in assenza di acqua?

Frutto dell’opera dell’uomo

Sì, le oasi esistono davvero e sempre sono esistite, grazie soprattutto all’opera dell’uomo. Abbandoniamo l’idea delle oasi che si formano naturalmente, perché può accadere, ma è un evento piuttosto raro. È soprattutto grazie alla tenacia umana e all’ingegno, uniti a una buona dose di sudore, che la realizzazione delle oasi è possibile. Certo, le condizioni del sottosuolo devono essere quelle giuste: l’acqua dev’essere presente da qualche parte, ma se scorre a decine di metri di profondità, ha bisogno di arrivare in superficie.

La condizione affinché possa formarsi un’oasi, infatti, è la presenza di falda acquifera nel sottosuolo. Nelle aree desertiche, la poca acqua che cade durante le occasionali precipitazioni, può infiltrarsi nel terreno e nelle rocce permeabili sottostanti e una parte di questa può raggiungere la falda freatica, che in alcuni casi può trovarsi anche a centinaia di metri di profondità. Dove la superficie della falda si avvicina a quella del terreno, tanto che le radici della vegetazione possano raggiungerla, si forma un’oasi. Nella maggior parte dei casi è comunque l’uomo che, attraverso la costruzione di pozzi, pompa l’acqua dal sottosuolo per portarla in superficie.

Diversi tipi di oasi in giro per il mondo

Nel corso del tempo l’uomo ha imparato a preservare le oasi dal rischio di essiccazione e a coltivarle con palme da dattero, alberi da frutto e ortaggi. Questi luoghi infatti hanno rappresentato da sempre punti strategici per il commercio: qui le carovane che attraversavano il deserto potevano rifornirsi di acqua e viveri prima di proseguire il loro viaggio, e ancora oggi rappresentano importanti snodi commerciali.

Oggi, in tutto il mondo è possibile ammirare e visitare oasi di rara bellezza, tutte riconducibili a tre categorie principali: le classiche oasi tra le dune di sabbia, le cosiddette oasi di erg, come quella di Awbari in Libia, di Huacachina in Perù o di Crescent Lake in Cina; le oasi di uadi, che sorgono in corrispondenza del corso di antichi fiumi ormai privi di acqua, come quella di Skoura, in Marocco, l’oasi di Cufra in Libia o quella di Nubra in India; infine le oasi di sebkha, che sorgono lungo i margini di antichi laghi disseccati, come l’oasi di Mandara in Libia.

Tutte, oltre ad aver rappresentato la salvezza di molti viaggiatori del passato, oggi sono mete turistiche assai ricercate.