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Le raffinate bottiglie dei primi del ‘900. Tutta l’eleganza dell’art nouveau
Tra le tante eccellenze del nostro Paese, l’artigianato del vetro è stato da sempre uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Dal nord al sud dello Stivale l’arte vetraria nostrana realizza da secoli prodotti di elevata qualità, soprattutto dal punto di vista della creatività.
La storia dell’arte vetraria
È ad Altare, piccolo paesino ligure in provincia di Savona, che l’arte vetraria pone le basi per un successo senza tempo. Si hanno infatti notizie già a partire dal 1100, quando una comunità benedettina decise di far arrivare dal nord della Francia alcuni artigiani per avviare laboratori del vetro.
A metà del Quattrocento l’arte vetraia si spinse oltre i confini della Liguria, e i maestri di Altare divulgarono il loro lavoro, per tutta l’Europa.
Le boccette di profumo di inizio ‘900
Se c’è però un momento in cui l’arte vetraria raggiunge l’apice di creatività e raffinatezza, è stato il periodo liberty, in italia denominato “stile floreale” perché i fiori erano il soggetto d’elezione degli artisti vetrai dell’epoca. Ne sono un esempio le boccette dei profumi, videro una grande diffusione diventando di gran moda. Più che sulla bottiglia vera e propria però, le decorazioni floreali apparivano sull’etichetta e la confezione.
Nel 1907 l’arrivo dei primi atomizzatori “convinse” i produttori di profumi a creare bottiglie vuote con atomizzatori a bulbo, utili contenitori, certo, ma soprattutto elegantissimi. Uno dei profumi più famosi dell’epoca liberty fu il DeVilbiss, La confezione conteneva una bottiglia dalla forma sinuosa, sormontata da fiori di vetro e con atomizzatore a bulbo.
Sarà però con l’affermarsi della psicoanalisi e l’attenzione all’inconscio che pochi anni dopo, sulle boccette apparvero immagini oniriche, sogni e suggestioni. I produttori di profumo realizzarono persino essenze pensate per occasioni particolari (momenti diversi di una giornata, persone, stagioni dell’anno).
Le bottiglie più belle del periodo liberty
Anche lo champagne francese, la bollicina più famosa al mondo, non ha resistito al fascino dell’Art Nouveau: nel 1902 uno dei maestri vetrai più famosi, il francese Emile Gallé, decorò la più antica cuvée del mondo, il Perrier-Jouët La Belle Epoque, inserendo gli anemoni che ancora oggi rappresentano il simbolo della casa produttrice.
A oltre un secolo di distanza, l’artista giapponese Makoto Azuma ha omaggiato Gallé disegnando una bottiglia di Belle Epoque del 2004. Infine, non si può non menzionare lo statunitense Louis Confort Tiffany, figlio di uno dei gioiellieri più noti al mondo: i suoi mosaici di vetro legato a stagno, detto appunto vetro Tiffany, nel corso degli anni sono via via diventati sempre più famosi grazie a eleganti decorazioni con petali di fiori su panciuti flaconi o bottiglie dal collo lungo.
La consacrazione ufficiale di Tiffany risale al 1900, quando all’Esposizione Universale di Parigi sarà riconosciuto come il più importante esponente dell’Art Nouveau americana.