Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato
L’affascinante storia della fotografia subacquea
I primi esperimenti mal riusciti
Da sempre il mondo sommerso affascina con i suoi misteri e i suoi variopinti colori, e da sempre l’uomo ha il desiderio di immortalarne le profondità. La storia della fotografia subacquea, però, è relativamente recente e vede i suoi albori poco più di cento anni fa. Un po’ prima di quel momento, erano già state gettate le prime basi. Facciamo quindi un passo indietro: era l’Ottocento quando un caporale tedesco, William Bauer, per motivi bellici progettò un sottomarino che purtroppo andò distrutto; ci riprovò comunque qualche anno dopo e con sé portò l’attrezzatura fotografica dell’epoca, attrezzatura che si mostrò del tutto inutile perché non adatta a fotografare in ambiente sommerso.
L’impresa del biologo francese Louis Boutan
L’impresa riuscì invece, alla fine dello stesso secolo, al biologo francese Louis Boutan, avvantaggiato anche dalla tecnologia che, in quegli anni, in ambito fotografico, aveva fatto alcuni progressi. Uomo versatile e curioso, Boutan provò a fotografare i fondali di Banyuls-sur-Mer. Per farlo, si portò dietro una macchina progettata per Scotland Yard e si costruì una custodia per proteggerla. Neanche lui però ebbe successo: le immagini, buie e distorte, erano completamente inutilizzabili. Boutan però non si arrende, e ci riprova qualche tempo dopo con un’attrezzatura diversa: una custodia molto più grande, uno scafandro protettivo e il primo, rudimentale flash. I suoi sforzi e la sua caparbietà stavolta vengono premiati: le fotografie risultano buone, al punto che vengono pure pubblicate su alcuni quotidiani, lasciando a bocca aperta i lettori.
Sempre più in profondità
Le fotografie di Boutan avevano però un limite: erano tutte realizzate a pochi metri sotto la superficie dell’acqua. Fu per questo che negli anni successivi, altri pionieri della fotografia subacquea si adoperarono per scendere sempre più in profondità con le attrezzature. Il primo ad avere successo in questa impresa fu l’inglese John Ernest Williamson, che si immerse in profondità con tutta la sua attrezzatura all’interno di una sfera a tenuta stagna, dotata di un grande oblò e collegata in superficie con un lungo tubo. Le sue foto furono un successo, ed egli dedicò l’intera vita a questo mestiere, tanto che firmò anche la prima versione cinematografica tratta dal libro Ventimila leghe sotto i mari.
Le prime foto a colori
Per le prime foto subacquee a colori si dovrà attendere il 1926, quando il dottor William Longley e il fotografo di National Geographic Charles Martin, immortalarono un pesce porco nelle acque del Golfo del Messico. Quella foto rappresenta ancora oggi il primo esemplare di fotografia subacqueacome la intendiamo ancora oggi. Con il tempo poi, la fotografia subacquea è andata sempre più perfezionandosi e semplificandosi, diventando accessibile anche ai semplici appassionati. Per gli addetti al settore, esistono macchine dalle performance sempre più elevate, mentre per chi pratica questo tipo di fotografia per hobby, sono a disposizione macchine semplicissime e super compatte. Che si sia dei professionisti o dei fotografi amatoriali, il merito delle nostre foto va anche e soprattutto a quei pionieri che in passato hanno osato laddove sembrava impossibile.